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Gioco

  • Immagine del redattore: Giano
    Giano
  • 11 mar 2020
  • Tempo di lettura: 1 min

Aggiornamento: 7 mar 2022

La cultura è “sub specie ludi“ o come Huizinga scrive altrove è coestensiva al gioco. Perciò il gioco ed un particolare modo di giocare è luogo di apprendimento etico e di socializzazione, secondo particolari codici culturali. Nella sua ricerca comparativa cerca di delineare la struttura originaria del gioco, valida in tutte le culture.

Il gioco abita un territorio aurorale per la cultura. Per cui ne viene “prima” ed è ai confini con il mondo animale. E’ in comune con gli animali – “ gli animali giocano come gli uomini” – e per questo risveglia le pulsioni animali umane, ma allo stesso tempo «è qualcosa di più che un fenomeno puramente fisiologico… è una funzione che contiene un senso». «La Natura avrebbe potuto dare alla sua prole tutte quelle funzioni utili di scarico di energia, di rilassamento, di preparazione e di compenso anche nella forma di esercizi puramente meccanici. Invece no, ci dette il gioco». Per cui sebbene sia immerso della sua natura animale , il gioco sporge un piede al di là in un territorio completamente libero e creativo come quello della cultura, caratteristica unica dell’animale uomo (anche se già anticipato da alcuni mammiferi in forma embrionale come ci insegna l’etologia): spazio così libero da essere pericoloso perché ci si potrebbe perdere.

Il gioco però non si emancipa mai del tutto dalla natura animale tanto che «la qualità primaria… vi resta generalmente indefinita». Huizinga


2017 “Giochi per adulti in Natura I – Teoria” Prefazione : Ivano Gamelli. Edizione Aracne Roma

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